18/10/2017: 

Sostituzioni

Articolo 18 CCNL 8.6.2000 I biennio economico, articolo 8 CCNL 22.2.2001, articolo 38, comma 4, CCNL 10.2.2004 e articolo 11, CCNL 3.11.2005 

1. In caso di assenza per ferie o malattia o altro impedimento del direttore di dipartimento, la sua sostituzione è affidata dall’azienda ad altro dirigente con incarico di direzione di struttura complessa da lui stesso preventivamente individuato con cadenza annuale. Analogamente si procede nei casi di altre articolazioni aziendali che, pur non configurandosi con tale denominazione ricomprendano – secondo l’atto aziendale più strutture complesse. 

2. Nei casi di assenza previsti dal comma 1 da parte del dirigente con incarico di direzione di struttura complessa, la sostituzione è affidata dall’azienda, con apposito atto, ad altro dirigente della struttura medesima indicato entro il 31 gennaio di ciascun anno dal responsabile della struttura complessa che - a tal fine – si avvale dei seguenti criteri:

a. il dirigente deve essere titolare di un incarico di struttura semplice ovvero di alta specializzazione o, comunque, della tipologia c) di cui all’art. 27CCNL 8.6.2000 I biennio economico con riferimento, ove previsto, alla disciplina di appartenenza;

b. valutazione comparata del curriculum prodotto dei dirigenti interessati. 

3. Le disposizioni del comma 2 si applicano anche nel caso di strutture semplici che non siano articolazione interna di strutture complesse ed in cui il massimo livello dirigenziale sia rappresentato dall’ incarico di struttura semplice . 

4. Nel caso che l’assenza sia determinata dalla cessazione del rapporto di lavoro del dirigente interessato, la sostituzione è consentita per il tempo strettamente necessario ad espletare le procedure di cui ai DPR. 483 e 484/1997 ovvero dell’art. 17 bis del dlgs 502/1992. In tal caso può durare sei mesi, prorogabili fino a dodici. 

5. Nei casi in cui l’assenza dei dirigenti indicati nei commi precedenti, sia dovuta alla fruizione di una aspettativa senza assegni per il conferimento di incarico di direttore generale ovvero di direttore sanitario e di direttore dei servizi sociali - ove previsto dalle leggi regionali - presso la stessa o altra azienda, ovvero per mandato elettorale ai sensi dell’art. 68 del dlgs 165 del 2001 e della legge 816/1985 e successive modifiche o per distacco sindacale, l’azienda applica il comma 4 e provvede con l’assunzione di altro dirigente con rapporto di lavoro ed incarico a tempo determinato per la durata dell’aspettativa concessa, nel rispetto delle procedure richiamate nel comma. 

6. Il rapporto di lavoro del dirigente assunto con contratto a tempo determinato ai sensi del comma 5, è disciplinato dall’art. 16 del CCNL 5 dicembre 1996. La disciplina dell’incarico conferito è quella prevista dall’art. 15 e seguenti del d.lgs 502/1992 e dal presente contratto per quanto attiene le verifiche, durata ed altri istituti applicabili. Il contratto si risolve automaticamente allo scadere in caso di mancato rinnovo ed anticipatamente in caso di rientro del titolare prima del termine. Al rientro in servizio, il dirigente sostituito completa il proprio periodo di incarico ed è soggetto alla verifica e valutazione di cui all’art. 25 e segg. del CCNL 3.11.2005 I biennio economico. 

7. Le sostituzioni previste dal presente articolo non si configurano come mansioni superiori in quanto avvengono nell’ambito del ruolo e livello unico della dirigenza sanitaria. Al dirigente incaricato della sostituzione ai sensi del presente articolo non è corrisposto alcun emolumento per i primi due mesi. Qualora la sostituzione dei commi 1, 2 e 4 si protragga continuativamente oltre tale periodo, al dirigente compete una indennità mensile di € 535,05 e per la sostituzione di cui al comma 3 di € 267,52. Alla corresponsione delle indennità si provvede o con le risorse o del fondo dell’art. 50 del CCNL 8.6.2000 o di quello di cui all’art. 52CCNL 8.6.2000 per tutta la durata della sostituzione. La presente clausola si applica ad ogni eventuale periodo di sostituzione anche se ripetuto nel corso dello stesso anno. L’indennità può, quindi, essere corrisposta anche per periodi frazionati. 

8. Le aziende, ove non possano fare ricorso alle sostituzioni di cui ai commi precedenti, possono affidare la struttura temporaneamente priva di titolare ad altro dirigente con corrispondente incarico. 

9. In prima applicazione la disciplina del presente articolo decorre dal sessantesimo giorno dall’entrata in vigore del presente CCNL e, da tale data è disapplicato l’art. 121 del DPR. 384/1990. Nel medesimo termine le aziende possono integrare le procedure di cui ai commi 1, 2 e 3 secondo i propri ordinamenti, previa consultazione dei soggetti dell’art. 10, comma 2 CCNL 8.6.2000 I biennio economico.

20/09/2017: Non è possibile avere una trasformazione “giudiziale” o “automatica” di un contratto di lavoro a termine ottenuto con avviso pubblico, in contratto a tempo indeterminato anche se si è già in possesso di un contratto a tempo indeterminato in aspettativa presso altra Azienda. A tal fine sarà necessaria una mobilità volontaria, oppure un nuovo accesso concorsuale, previa risoluzione del precedente rapporto con l’azienda.
Va detto, inoltre, che il limite di 36 mesi previsto in generale per la durata del rapporto a termine non trova applicazione per la dirigenza medica (v. D.lgs. n. 81/2005) Ciò detto, l’ingiustificata reiterazione e/o proroga dei contratti a termine del personale medico può qualificarsi come un abuso da parte dell’amministrazione, che può dar luogo ad un’azione di natura risarcitoria, mentre, come detto, la possibilità di chiedere una “stabilizzazione” per via giudiziale è da ritenersi preclusa dal principio costituzionale dell’accesso concorsuale alla dirigenza pubblica.

04/08/2017:  Nel caso di ferie non godute all'atto del pensionamento, potrebbero sussistere i presupposti per la monetizzazione delle ferie non godute alla cessazione del rapporto.

Tuttavia, va precisato che, al fine di un possibile riconoscimento in sede giudiziale del diritto alla monetizzazione, può non essere sufficiente la certificazione del responsabile di struttura, essendo in ogni caso necessario che il dirigente avanzi un'espressa richiesta di godimento di tutte le ferie maturate, prima della cessazione del rapporto e che tale richiesta sia formalmente negata dall'Amministrazione. 

25/07/2017:  L’azienda (e per il suo tramite, il Responsabile di struttura) ha il potere di revocare le ferie concesse per sopraggiunte esigenze di servizio, che possono consistere anche nella necessità di rimodulare i turni di servizio già predisposti per rispettare la normativa in materia di orario di lavoro.
Ciò posto, la contrattazione collettiva stabilisce che “In caso di rientro anticipato dalle ferie per necessità di servizio, il dirigente ha diritto al rimborso delle spese documentate per il viaggio di rientro in sede e per quello di eventuale ritorno al luogo di svolgimento delle ferie…il dirigente ha inoltre diritto al rimborso delle spese anticipate e documentate per il periodo di ferie non goduto" (v. art. 21, co. 9, Ccnl 5.12.1996).

18/07/2017:  Il D.lgs. 39/2013 prevede varie incompatibilità tra il conferimento di incarichi dirigenziali e lo svolgimento di cariche politiche o di funzioni direttive in enti finanziati dall’ Amministrazione interessata.
Lo svolgimento di funzioni sindacali non è affatto menzionato.
In ogni caso, per espressa previsione dell’art. 1, comma 2, lett. j), D.lgs. n. 39 del 2013, per “incarichi dirigenziali”, si intendono “gli incarichi di funzione dirigenziale, comunque denominati, che comportano l’esercizio in via esclusiva delle competenze di amministrazione e gestione, nonché gli incarichi di funzione dirigenziale nell’ambito degli uffici di diretta collaborazione, conferiti a dirigenti o ad altri dipendenti, ivi comprese le categorie di personale di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, appartenenti ai ruoli dell’amministrazione che conferisce l’incarico ovvero al ruolo di altra pubblica amministrazione”.
Dunque, le incompatibilità dettate per gli “incarichi dirigenziali interni” dall’art. 12, commi 3 e 4, D.lgs. n. 39 del 2013 fa riferimento alle posizioni di livello dirigenziale, che hanno esclusivamente contenuto di carattere gestionale.
Viceversa, ai sensi dell’art. 15, comma 6, D.lgs. n. 502 del 1992 “Ai dirigenti con incarico di direzione di struttura complessa sono attribuite, oltre a quelle derivanti dalle specifiche competenze professionali, funzioni di direzione e organizzazione della struttura, da attuarsi, nell'ambito degli indirizzi operativi e gestionali del dipartimento di appartenenza”.
In altri termini, per espressa previsione di legge, accanto a competenze di carattere gestionale, peraltro limitate, in quanto vincolate all’indirizzo dettato dalla struttura gerarchicamente sovraordinata, ossia il dipartimento, i dirigenti di struttura complessa svolgono funzioni e compiti di carattere sanitario e professionale.
Dunque, deve escludersi che i dirigenti medici titolari di struttura complessa svolgano in via esclusiva funzioni di carattere gestionale, con conseguente inapplicabilità agli stessi delle incompatibilità dettate dall’art. 12, commi 3 e 4, D.lgs. n. 39 del 2013.
Per gli stessi motivi, nel caso in esame non è nemmeno applicabile l’art. 53, comma 1-bis, D.lgs. n 165 del 2001, il quale vieta il conferimento di incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con tali organizzazioni.

10/07/2017:  Il nulla osta alla mobilità volontaria presso altra amministrazione potrà essere richiesto solo dopo aver superato il periodo di prova, quindi dopo 6 mesi di servizio effettivo (art. 20, Ccnl 8.6.2000). Resta inteso che, come noto, il trasferimento non potrà prescindere dall’ autorizzazione dell’azienda di appartenenza (cfr. art. 4, co. 1, DL 90/2014 che ha apportato modifiche all’ art. 30, co. 1 e 2, del D.lgs. 165/2001), la quale potrà sempre negare il nulla osta sulla base delle proprie esigenze organizzative (tra cui la carenza di organico o la necessità di reclutare un sostituto).

27/06/2017: Ai sensi dell'art. 3 sexies, comma 3, D.lgs 502/1992, "L'incarico di direttore di distretto è attribuito dal Direttore Generale a un dirigente dell'azienda che abbia maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali e un'adeguata formazione nella loro organizzazione, oppure a un medico convenzionato, ai sensi dell'art. 8, comma 1, da almeno dieci anni, con contestuale congelamento di un corrispondente posto di organico della dirigenza sanitaria". 

Il successivo comma 4 del medesimo articolo prevede che la procedura di conferimento dell'incarico di direttore di distretto è regolata dalla Legge regionale. Al riguardo, la L.R. Campania n. 32/1994, all'art.  10, comma 7, prevede laconicamente che: "l'incarico di dirigente di distretto è conferito dal direttore generale ai sensi dell'art. 3 sexies del decreto legislativo 502/92 mediante procedura valutativa comparativa previo interpello". La giurisprudenza contabile ha poi ribadito che la nomina del direttore di distretto sanitario richiede l'applicazione della procedura prevista dall'art. 8 DPR n. 484/97 e che l'attribuzione di tale incarico senza l'espletamento delle prescritte formalità, determina responsabilità erariale per l'erogazione del compenso al Direttore nominato irritualmente (Conti Calabria, Se. giurisdiz., 29/12/2008, n. 1001).

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22/06/2017: La vigente normativa non prevede espressamente un'ipotesi di incompatibilità per conflitto di interessi tra la carica di sanitario designato quale membro della Commissione paritetica ALPI e l'esercizio della Libera Professione Intramuraria nella medesima azienda. Anzi, a ben vedere, l'art. 1 co. 4 L n. 120/2007 (Disposizioni in materia di attività libero professionale intramuraria) nel regolare alcuni aspetti relativi all'organizzazione dell'ALPI, prevede un'attività consultiva da parte di una "Commissione paritetica di sanitari che esercitano l'attività libero-professionale intramuraria, costituita a livello aziendale", con ciò escludendo implicitamente una situazione di conflitto. In questo quadro, va tuttavia rilevato che, in ossequio ai principi di trasparenza e imparzialità dell'azione amministrativa, eventuali ipotesi di incompatibilità per conflitto di interessi del componente della commissione ALPI devono essere previste espressamente a livello aziendale nell'ambito del Regolamento che disciplina l'ALPI, oppure nel c.d. Piano di prevenzione della corruzione. 

22/06/2017: In base all'art. 4 comma 1 del DPR 306/1997 "le università determinano autonomamente i contributi universitari per le scuole di specializzazione". Dunque, in materia di determinazione delle tasse per le scuole di specializzazione medica vige un'assoluta discrezionalità delle Università, anche tenuto conto che tale contributo non è soggetto al limite del 20% dell'importo del finanziamento ordinario annuale dello Stato, previsto dall'art. 5 del medesimo decreto per le tasse di iscrizione al corso di laurea in medicina e chirurgia.

Al riguardo, la stessa relazione di accompagno a tale D.P.R. recita che "il principio che l'autonomia, in materia di corsi post-laurea, non può che incontrare limiti assai ridotti, trattandosi della tutela di iscritti già in possesso di laurea (dovendosi invece finalizzare la tutela costituzionale per i capaci e meritevoli privi di mezzi soprattutto ai corsi di diploma e di laurea). Pertanto le università possono determinare autonomamente sia l'importo dei contributi, sia la disciplina degli esoneri totali e parziali"

12/06/2017:  Le norme che disciplinano nello specifico l’esercizio della libera professione intramuraria sono contenute nel regolamento aziendale per l’ALPI, alle quali è necessario fare riferimento nel caso concreto.

Tuttavia, va osservato che la legge (art. 15 quinquies del d.lgs. n. 502 del 1992), nel definire le caratteristiche del rapporto di lavoro esclusivo dei dirigenti sanitari, afferma che nell’ ambito di tale rapporto il medico ha “… il diritto all'esercizio di attività libero professionale individuale, al di fuori dell'impegno di servizio, nell'ambito delle strutture aziendali individuate dal direttore generale d'intesa con il collegio di direzione; salvo quanto disposto dal comma 11 dell'articolo 72 della legge 23 dicembre 1998, n. 448” (art. 15 quinquies, comma 2, lett. a).  La suddetta disposizione, tuttora in vigore in quanto non modificata da successivi atti normativi, esprime due fondamentali principi.

In primo luogo, pone in capo al dirigente medico con rapporto di lavoro esclusivo un vero e proprio diritto all’ esercizio della libera professione nell’ ambito delle strutture aziendali individuate dal direttore generale.

In secondo luogo, nell’ enunciare tale diritto, fa comunque salvo quanto già previsto dall’art. 72, comma 11, della legge n. 448/1998 ossia che il direttore generale, fino alla realizzazione nell’ azienda di proprie strutture e spazi distinti per l’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria in regime di ricovero ed ambulatoriale, è tenuto ad assumere le specifiche iniziative per reperire fuori dall'azienda spazi sostitutivi.

La ratio della disposizione è quella di garantire, attraverso un atto autorizzativo del Direttore generale, l’effettività del diritto in questione qualora l’Azienda non sia in grado di mettere a disposizione dei dirigenti adeguati spazi per l’esercizio della libera professione all’ interno della struttura aziendale.

Di converso, va altresì osservato che nel caso in cui l’Azienda abbia già messo a disposizione locali idonei e dedicati all’ esercizio della libera professione in regime di intramoenia, il dirigente sarà tenuto a svolgere tale attività presso i suddetti spazi, essendogli fatto divieto di esercitare la libera professione in regime di intramoenia allargata, senza preventiva autorizzazione.

12/06/2017:   La vigente normativa non prevede un termine entro il quale deve essere sottoscritto il contratto individuale di conferimento di incarico rispetto alla data di deliberazione, sebbene nella prassi amministrativa trascorra di regola qualche mese. La mancata sottoscrizione a distanza di molti mesi dalla delibera di conferimento incarico di direzione di struttura complessa, è di per sé un'anomalia, sebbene la decorrenza giuridica ed economica dell'incarico può essere fissata tra le parti, in una data anteriore alla sottoscrizione in modo retroattivo. 

08/06/2017:   Gli incarichi conferiti ai sensi dell' art. 15 octies del D.Lgs n. 502/1992 costituiscono una forma di assunzione flessibile ammessa, in ambito sanitario, ai fini della realizzazione di specifici progetti da parte dell'Azienda non sostitutivi dell'attività ordinaria. Il rapporto scaturente da tale contratto è di regola assimilato a una collaborazione autonoma professionale finalizzata alla realizzazione di uno specifico progetto. Il contratto esclude la natura subordinata e pertanto, non da luogo a quei diritti normalmente riconosciuti ai medici dipendenti e sanciti dal contratto collettivo (ferie, orario , riposi, permessi, maternità, giusta retribuzione etc.) 

Per far valere i suddetti diritti, bisogna contestare la legittimità del rapporto, dimostrando in un eventuale giudizio che, nonostante l'inquadramento formale del contratto (nomen iuris), lo stesso si sia in concreto atteggiato alla stregua di un rapporto di natura subordinata. 

24/05/2017:   Per quanto riguarda l'incarico di sostituzione ex art. 18 c'è un orientamento contrastante  della giurisprudenza della Cassazione. Secondo un primo orientamento (confermato dalla recente sentenza della Cassazione n. 9870 del 19.4.2017), al dirigente medico che svolge funzione di sostituzione del responsabile di struttura complessa non spetta il trattamento economico accessorio complessivamente previsto per il titolare di struttura ma esclusivamente l'indennità sostitutiva stabilita dal contratto - anche se la costituzione si protrae oltre i limiti fissati dalla contrattazione collettiva (massimo 12 mesi di durata nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali - art. 18, co. 4, CCNL 8.6.2000) - poiché la suddetta funzione non rappresenta svolgimento di mansioni superiori ma avviene nell'ambito del ruolo e del livello unico della dirigenza sanitaria.

Un opposto orientamento, espresso dalla sentenza della cassazione 6 luglio 2015 n. 13809, ha invece affermato che "la sostituzione nell'incarico di dirigente medico del servizio sanitario nazionale, a norma dell'art. 18 del CCNL della dirigenza medica e veterinaria del 8 giugno 2000, è finalizzata a consentire l'espletamento della procedura per la copertura del posto resosi vacante, sicché è destinata ad operare per un periodo massimo di 6 mesi, prorogabili a 12, nei quali spetta a partire dal terzo mese l'indennità ivi prevista. Quando, peraltro, detto ambito temporale sia superato, l'assegnazione delle mansioni dirigenziali in sostituzione cessa di rientrare tra le prestazioni normalmente esigibili e si configura come espletamento di mansioni superiori, con diritto alla corrispondente retribuzione, in ossequi al principio di cui all'art. 36 della Costituzione".   

24/05/2017:  Ai sensi dell'art. 36 della Costituzione, per lo svolgimento dell'incarico di  Responsabile della UOSD è possibile avanzare una richiesta di differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. La prescrizione è di 5 anni. 

4/11/2016:  L’accesso alla dirigenza medica può avvenire solo tramite pubblico concorso (art. 15, D.Lgs. n. 502/1992), mentre l’istituto del passaggio diretto tra pubbliche amministrazioni (mobilità, v. art. 30 del D.Lgs. n. 165/2001) è applicabile solo fra soggetti qualificati tali ai sensi dell’art. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165/2001.
Gli ospedali religiosi o classificati non sono pubbliche amministrazioni. Pertanto, sebbene i servizi prestati a tempo determinato e indeterminato presso i c.d. ospedali classificati siano considerati utili ai fini del punteggio in eventuale concorso pubblico, gli stessi non rilevano ai fini della mobilità la quale può avvenire, come detto, solo tra aziende pubbliche del SSN.
Al riguardo, si segnala una sentenza della Cassazione - riferita all’ipotesi di passaggio da un ospedale classificato ad un’ASL pubblica - la quale ha stabilito che: “l'istituto della mobilità del personale delle Pubbliche Amministrazioni...è preordinato alla copertura del fabbisogno di personale delle Amministrazioni medesime senza ricorrere a nuove assunzioni, ma utilizzando il personale eccedente di altre Amministrazioni pubbliche, sicché non può operare per realizzare l'assunzione di personale estraneo alla P.A.; ne consegue che, nell'ambito degli enti appartenenti al Servizio Sanitario Nazionale, la mobilità non può essere attivata per il personale di enti ospedalieri "classificati" ai sensi degli artt. 1 e 20 della legge 12 febbraio 1968, n. 132, giacchè non ricompresi tra le Amministrazioni pubbliche. (Nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che aveva escluso la possibilità di ricorrere alla procedura di mobilità in relazione a personale di ospedale "classificato", rilevando che la classificazione importa l'equiparazione agli enti del S.S.N. ai soli fini della valutazione del servizio e dei titoli del relativo personale per i concorsi per le assunzioni ed i trasferimenti, questi ultimi all'interno, però, di ciascun ordinamento)”. (Cass. civ. Sez. lavoro, 23.06.2009, n. 14672). 

26/10/2016: L'incarico di fiducia non istituzionale è un incarico non  "istituzionalizzato" quale incarico di Struttura Complessa e/o semplice e quindi  non necessita come quest'ultimo  di procedure di conferimento stabilite dalla legge e dal contratto collettivo (art. 15 D.Lgs. n. 502/92).

10/05/2016: La costituzione del servizio ispettivo che svolge funzioni di controllo in materia di incompatibilità e libera professione intramoenia è prevista dall'art. 1, comma 62 L.662/1996 e dall'art. 6 D.M. 31/07/1997.

Peraltro, la competenza di tale servizio ispettivo è limitata espressamente dalle previsioni normative in esame agli accertamenti in materia di libera professione intramuraria e più in generale, di incompatibilità dei pubblici dipendenti. 

Ne consegue che il regolamento risulta illegittimo laddove attribuisce al Servizio ispettivo funzioni di controllo in materia clinica (appropriatezza, uso dei farmaci, etc) 

Inoltre, il regolamento appare carente laddove non prevede nell'ambito del procedimento di accertamento una fase di contraddittorio con l'interessato, risultando lesiva del diritto di difesa di cui all'art. 24 della Costituzione, anche tenuto conto delle gravissime conseguenze che l'attività ispettiva può determinare per il dipendente.  

18/3/2016: No, non sono previste limitazioni specifiche per il numero di turni notturni.La legge (art. 13, D.lgs. n. 66/2003) si limita a stabilire che “L'orario di lavoro dei lavoratori notturni non può superare le otto ore in media nelle ventiquattro ore, salva l'individuazione da parte dei contratti collettivi, anche aziendali, di un periodo di riferimento più ampio sul quale calcolare come media il suddetto limite”.Con riferimento al rapporto di lavoro del dirigente medico, la contrattazione collettiva (art. 7, Ccnl 10.2.2004, stabilisce una deroga al predetto limite di durata del lavoro notturno nelle 24 ore, ammettendo turni di lavoro notturno e di guardia notturna sulle 12 ore (20/8), con ciò derogando complessivamente di 4 ore rispetto al limite di 8 ore contenuto nell’art. 13 del D.Lgs, 66/2003.

18/3/2016: In tema di regolamentazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato dei dirigenti sanitari, l’art. 16 del Ccnl 5.12.1996 nell’estendere anche a tali soggetti l’applicazione degli istituti normativi ed economici previsti nel contratto collettivo nazionale, fa tuttavia salva la disciplina di alcune materie quali ad esempio le ferie, i permessi, la malattia, ecc. che restano regolate diversamente.In particolare, con riguardo ai permessi, l’art. 16, comma 5, del Ccnl 5 dicembre 1996 (così come modificato dall’accordo del 5 agosto 1997) prevede, per i dirigenti assunti a termine, il diritto ad assenze non retribuite fino ad un massimo di 10 giorni, salvo il caso di matrimonio, per il quale, è previsto il diritto ad assentarsi per 15 giorni consecutivi.Ne deriva, pertanto, che a differenza del medico di ruolo, il dirigente assunto a tempo determinato non può usufruire delle assenze retribuite previste dalla normativa contrattuale (v. art. 23, co. 1, Ccnl 5 dicembre 1996) tra cui i tre giorni l’anno per motivi personali e familiari tra cui la nascita del figlio, oppure gli 8 giorni l’anno per la formazione, avendo solo diritto a beneficiarie di un quantitativo non superiore a 10 giorni di permessi non retribuiti utilizzabili per diversi fini.

16/11/2015

La sostituzione è regolata dall''art. 18 del CCNL 8 giugno 2000 - area medica e veterinaria.
La norma in questione distingue due ipotesi di sostituzione del dirigente titolare di struttura: quella per assenza temporanea (art. 18, commi 1, 2 e 3) e quella per cessazione dal servizio (art. 18, comma 4).
Nel primo caso la struttura è affidata dall’azienda ad altro dirigente indicato dal direttore di struttura con cadenza annuale (entro il 31 gennaio di ciascun anno) e sulla base di una valutazione comparata dei curricula e della tipologia di incarico dirigenziale conferito a medici potenzialmente interessati. Tale nomina è finalizzata a garantire la continuità gestionale e organizzativa della struttura esclusivamente per i periodi di assenza temporanea del titolare avente diritto alla conservazione del posto (ferie, malattia, altro impedimento, ecc.) che si dovessero verificare durante l’anno.
Diversamente, “nel caso che l’assenza sia determinata dalla cessazione del rapporto di lavoro del dirigente interessato, la sostituzione è consentita per il tempo strettamente necessario ad espletare le procedure di cui ai DPR. 483 e 484/1997. In tal caso può durare sei mesi, prorogabili fino a dodici”.
Va altresì rilevato che qualora la cessazione dal servizio del titolare di struttura sia avvenuta durante l’anno in cui è già stato nominato dall’azienda il dirigente sostituto sulla base dell’indicazione espressa dal primario e di una valutazione comparata dei curricula, questa potrà continuerà ad avere corso per un tempo non superiore a sei mesi prorogabili per altri sei nelle more dell’espletamento delle procedure (v. risposta a quesito ARAN 26.6.2007).
Viceversa, qualora al momento dell’avvenuta cessazione dal servizio, il sostituto non fosse già stato individuato, l’azienda sarà tenuta comunque a provvedere con un nuovo atto di nomina rispettoso della procedura comparativa dei curricula dei dirigenti medici afferenti alla struttura.
Quest’ultima, in ossequio a principi di trasparenza, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.), deve fondarsi su criteri oggettivi e predeterminati dall’azienda e preventivamente comunicati ai potenziali candidati.
A tal fine l’amministrazione potrà avvalersi dei criteri previsti dalla normativa vigente in materia di selezione dei responsabili di struttura complessa (D.P.R. 10 dicembre 1997, n. 484), oltre che dei punteggi di valutazione stabiliti dalla legislazione sui concorsi pubblici per accedere alla dirigenza sanitaria (v. D.P.R. 10 dicembre 1997, n. 483).
In alcuni casi il requisito della specializzazione non è necessario ai fini dell’accesso all’incarico di struttura complessa, potendo essere sostituito dall’anzianità di servizio di 10 anni nella disciplina ( art. 5, lett. d) DPR 484/1997).
In ogni caso, l’Azienda dovrà procedere a conferire l’incarico di sostituzione, previa valutazione comparativa dei curricula prodotti dai candidati, ad altro dirigente della struttura medesima che sia titolare di incarico di struttura semplice o di alta specializzazione o comunque di incarichi di natura professionale anche di alta specializzazione, di consulenza, di studio, e ricerca, ispettivi, di verifica e di controllo con riferimento, ove previsto, alla disciplina di appartenenza (art. 18, comma 2 del CCNL 8.6.2000, così come modificato dall’art. 11 del CCNL 3.11.2005).

14/10/2015

La pronta disponbilità è regolata dall''art. 20 del CCNL 1994-1997 che recita:

"1. Il servizio di pronta disponibilità è caratterizzato dalla immediata reperibilità del dirigente e dall'obbligo per lo stesso di raggiungere il presidio nel tempo stabilito con le procedure di cui agli artt. 6 e 7 nell'ambito del piano annuale adottato dall'azienda o ente per affrontare le situazioni di emergenza in relazione alla dotazione organica ed agli aspetti organizzativi delle strutture.

2. Sulla base del piano di cui al comma 1, sono tenuti al servizio di pronta disponibilità i dirigenti in servizio presso unità operative con attività continua nel numero strettamente necessario a soddisfare le esigenze funzionali. Con le procedure degli art. 6 e 7, in sede aziendale possono essere individuate altre unità operative per le quali, sulla base dei piani per le emergenze di cui al comma 1, sia opportuno prevedere il servizio di pronta disponibilità.

3. Il servizio di pronta disponibilità va limitato ai soli periodi notturni e festivi; può essere sostitutivo ed integrativo della guardia divisionale o interdivisionale ed è organizzato utilizzando dirigenti appartenenti alla medesima disciplina. Nei servizi di anestesia e rianimazione può

1 GENNAIO 1994 – 31 DICEMBRE 1997 12 I CONTRATTI DELLA DIRIGENZA MEDICA: PROVVEDIMENTO PCDM 1996

prevedersi soltanto la pronta disponibilità integrativa. Il servizio di pronta disponibilità integrativo dei servizi di guardia è di norma di competenza dei dirigenti di I e II livello. Il servizio sostitutivo, ai sensi dell'art. 19, comma 3,coinvolge, a turno individuale, solo i dirigenti di I livello.

4. Il servizio di pronta disponibilità ha durata di dodici ore. Due turni di pronta disponibilità sono prevedibili solo per le giornate festive. Di regola non potranno essere previste per ciascun dirigente più di dieci pronte disponibilità nel mese.

5. La pronta disponibilità dà diritto ad una indennità per ogni dodici ore. Qualora il turno sia articolato in orari di minore durata - che comunque non possono essere inferiori a quattro ore - l'indennità è corrisposta proporzionalmente alla durata stessa, maggiorata del 10%. In caso di chiamata, l'attività prestata viene computata come lavoro straordinario o compensata come recupero orario.

6. Nel caso in cui la pronta disponibilità cada in un giorno festivo spetta un giorno di riposo compensativo senza riduzione del debito orario settimanale.

7. Ai compensi di cui al presente articolo si provvede con il fondo dell'art. 62".

La pronta disponibilità può dar luogo alle seguenti situazioni:

1) Reperibilità passiva: si esaurisce nel mero rispetto dell’obbligo di attesa di essere chiamato nel periodo orario prestabilito per raggiungere il presidio senza che a tale disponibilità segua un’effettiva chiamata e quindi una prestazione del servizio;

2) Reperibilità attiva: è caratterizzata dall’effettiva chiamata e dalla conseguente prestazione lavorativa. L’effettivo svolgimento della prestazione costituisce orario di servizio.

14/10/2015

Nel caso di esonero dall’attività lavorativa nelle ore notturne, prescritte da norme di legge, ovvero dal medico competente, la giurisprudenza si è espressa in materia di pronta disponibilità, indicando che nell’esonero dal lavoro notturno rientrano sia i turni di guardia attiva che quelli di pronta disponibilità in quanto, potenzialmente, questo istituto può determinare, in caso di effettiva chiamata, lo svolgimento della prestazione lavorativa durante le ore notturne. (T.A.R. Campania, Sede Salerno, Sez. I, 12.04.2012, R.G. n. 410/2009)

30/09/2015

L’art. 41, co. 13, della L. 133/2008 escludeva l’applicazione ai dirigenti medici dell’art. 7 D.lgs. n. 66/2003 (Disciplina quadro in materia di orario di lavoro), secondo cui il lavoratore ha diritto ad 11 ore di riposo giornaliero. Tuttavia, la Corte di Giustizia Ce ha stabilito che tale disposizione violava la disciplina comunitaria. Pertanto, lo Stato italiano ha abrogato la predetta normativa con l’art. 14, co. 1, L. 161/2014. Quest’ultima disposizione prevede che per i dirigenti sanitari torna in vigore il limite massimo delle 13 ore di lavoro nell’arco della giornata "decorsi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge", ovvero a partire dal 25 novembre 2015. L’Azienda dovrà quindi garantire al medico la fruizione con cadenza giornaliera di un adeguato periodo di riposo obbligatorio e continuativo, in misura tale da garantire l’effettiva interruzione tra la fine della prestazione lavorativa e l’inizio di quella successiva. Per «riposo adeguato» la legge intende "il fatto che i lavoratori dispongano di periodi di riposo regolari, la cui durata è espressa in unità di tempo, e sufficientemente lunghi e continui per evitare che essi, a causa della stanchezza della fatica o di altri fattori che perturbano la organizzazione del lavoro, causino lesioni a se stessi, ad altri lavoratori o a terzi o danneggino la loro salute, a breve o a lungo termine" (v. art. 1, D.lgs. 66/ 2003). Sempre per effetto dell’abrogazione in esame, a partire dalla medesima data, la prestazione lavorativa non può superare le 48 ore settimanali. Va infine osservato che la giurisprudenza, a prescindere dall’applicazione di determinate regole, riconosce l’esistenza di un generale limite di ragionevolezza nella determinazione dell’orario lavorativo, il cui superamento determina la compromissione dell’integrità psico-fisica del dipendente, con conseguente diritto al risarcimento del danno.

30/09/2015

Per l'attribuzione di un incarico di referente temporaneo di unità operativa semplice a valenza dipartimentale sussistono gli estremi per richiedere il riconoscimento delle differenze economiche spettanti a titolo di indennità di sostituzione ex art. 18 del Ccnl 8.6.2000, nella misura ridotta (€ 267,52), prevista per il caso di affidamento di struttura semplice a valenza dipartimentale (art. 18, comma 3, Ccnl 8.6.2000).
Tale emolumento stipendiale compete al dirigente facente funzioni anche in assenza di una formale delibera di conferimento dell’incarico sostitutivo, in virtù del generale principio costituzionale di proporzionalità e sufficienza della retribuzione (art. 36 Cost.). Sul punto si segnala che secondo un orientamento giurisprudenziale, in base al suddetto principio costituzionale, lo specifico compenso aggiuntivo spettante al dirigente medico incaricato della sostituzione, è individuato dalla vigente contrattazione collettiva nella specifica indennità de quo, la quale resta quindi dovuta anche se la sostituzione si protrae oltre il limite dei 12 mesi in violazione delle disposizioni contrattuali.
Secondo altre recenti pronunce di merito, invece, la prosecuzione dell’incarico di facente funzione oltre il periodo massimo consentito (di regola 12 mesi) legittima il diritto alla corresponsione della differenza tra l’intera retribuzione spettante per
l’incarico di direzione di struttura complessa e/o semplice dipartimentale e quella effettivamente percepita dal sostituto.
Nel descritto quadro, può essere utile - anche al fine di interrompere la prescrizione - presentare alla propria amministrazione una richiesta diretta, sia al riconoscimento delle differenze economiche, che alla “regolarizzazione” della propria posizione mediante attribuzione formale dell’incarico dirigenziale.
 

05/08/2015

In base alla regola contrattuale sono computati nell’anzianità di servizio i rapporti di lavoro subordinato al SSN (ad esclusione dei rapporti di lavoro di natura convenzionale o privata) a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato che si sono svolti senza interruzione.

10/07/2015

L'art. 6, comma 3, decreto del Ministero della Salute 582/94 e ss.mm. recita che l'obbligo della compilazione del certificato necroscopico spetta, in qualità di medico necroscopo, al medico che ha effettuato l'accertamento della morte.

La disposizione in esame va coordinata sul piano sistematico alla previsione dettata dall'art.4, comma 2 DPR 285/90, secondo cui "negli ospedali la funzione di medico necroscopo è svolta dal direttore sanitario o da un medico da lui delegato". 

In base a tale disposizone, l'accertamento della morte e la conseguente certificazione deve essere delegata dal direttore sanitario a specifici medici considerati idonei a svolgere tale funzione, avendone le necessarie competenze tecniche, o nell'ambito della stessa direzione sanitaria, o nell'ambito di un'altra struttura ospedaliera, comunque connotata da funzioni e competenze di carattere medico legale.

Al riguardo, come noto, quando decede una persona, è necessaria la compilazione di tre distinti certificati medici:  

1) il certificato di contstatazione del decesso, compilato dal medico che interviene per primo a constatare l'exitus e contenente, oltre alle genrealità del defunto, anche ora, data e luogo del decesso.

2) la denuncia delle cause di morte su scheda ISTAT da inviare assolto entro le 24 ore dalla constatazione del decesso.

3) il certificato necroscopico redatto dal medico necroscopo tra le 15 e le 30 ore dal decesso per constatare la realtà della morte, dopo un adeguato periodo di osservazione.

Il certificato di morte presuppone quindi l'avvenuta visita medica del cadavere successivamente al decesso (cass. pen, 17.10.1983 n. 8496).

Pertanto, il medico ospedaliero è tenuto a compilare esclusivamente il certificato di constatazione del decesso e la scheda ISTAT al momento del decesso, mentre il certificato necroscopico va redatto in un momento successivo e resta di competenza dei medici in possesso delle necessarie competenze medico-legali ed a ciò specificatamente delegati dalla direzione sanitaria.

22/06/2015

Nel rapporto di lavoro a tempo determinato non è previsto un preavviso di dimissioni (a differenza di quanto accade nel contratto a tempo indeterminato), nè la contrattazione collettiva detta specifiche regole a riguardo.

Tuttavia, il lavoratore che voglia recedere anticipatamente rispetto alla data di scadenza deve comunicarlo con preavviso alla propria amministrazione, pena il pagamento di un'indennità risarcitoria quantificabile in proporzione alla durata residuale del rapporto.

Di regola, qualora non diversamente previsto nel contratto individuale, il dirigente medico sarà tenuto a dare un preavviso di almeno 15 giorni (termine ricavabile indirettamente dall'art. 39, CCNL 5/12/1996, il quale, per il caso di licenziamento prevede in aggiunta agli 8 mesi iniziali, ulteriori 15 giorni di preavviso per ogni anno di anzianità di servizio del dirigente).

18/06/2015

Ai sensi dell’art. 1, comma 3, D.lgs. 165/2001, "Le disposizioni del presente decreto costituiscono principi fondamentali ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione. Le Regioni a statuto ordinario si attengono ad esse tenendo conto delle peculiarità dei rispettivi ordinamenti".

Come noto, l’art. 117 della Costituzione riconosce la vincolatività dei principi fondamentali nei confronti delle Regioni, nelle materie in cui queste ultime sono dotate potestà legislativa concorrente a quella statale.

In altri termini, salva espressa e diversa previsione contenuta nel medesimo D.lgs 165/2001, le disposizioni di quest’ultimo si applicano anche al personale pubblico degli Enti appartenenti all’Organizzazione amministrativa delle regioni, tra cui le Aziende sanitarie.

Al riguardo, la definitiva formulazione dell’art. 30, commi 1 e 2, D.lgs. 165/2001, come novellati per effetto dell’art. 4 d.l. 90/2014, convertito in Legge 114/2014, prevede che la disciplina in tema di mobilità volontaria, contenuta nelle medesime disposizioni, si applica a tutti i dipendenti pubblici – e, quindi, anche al personale del Servizio sanitario nazionale –, prevalendo sulle contrarie disposizioni dettate dai contratti collettivi, le quali si intendono abrogate.

Pertanto, per effetto della nuova formulazione dell’art. 30 citato, la mobilità volontaria richiede l’assenso della struttura di provenienza.

17/06/2015

Ai sensi del comma 5 dell’art. 18 CCNL 08.06.2000, in caso di concessione di aspettativa per mandato elettorale al Direttore di struttura complessa, l’Azienda deve provvedere a conferire l’incarico ad altro dirigente selezionato secondo la procedura concorsuale prevista dal D.P.R. 484/1997.

Nelle more, per un massimo di 12 mesi, la sostituzione è affidata a dirigente apparte-nente alla medesima struttura complessa designato all’inizio di ogni anno dal relativo Direttore, mediante la selezione comparativa dei curriculum.

28/05/2015

La prevenzione di fenomeni corruttivi può essere raggiunta dal direttore generale ruotando le competenze tra gli uffici, in cui prestano servizio i dirigenti medici, i quali manterrebbero imputata la sede di lavoro. 

28/05/2015

Sotto il profilo della responsabilità, l'indicazione del nominativo nel registro operatorio, è sufficiente di per se ad esporre il medico a rischi di azioni risarcitorie da parte di terzi, ovvero di apertura di procedimenti penali a proprio carico, fermo restando il diverso livello di colpa professionale che andrà commisurato, in concreto, all'apporto dei singoli componenti dell'equipe. 

28/05/2015

Per quanto riguarda, gli aspetti fiscali  bisogna certificare l'attività in questione come attività di natura occasionale e gratuita (o con eventuale rimborso spese).

A tal fine è necessario una scrittura privata con la Clinica privata. 

28/05/2015

La vigente contrattazione collettiva consente esclusivamente in 2 casi la mobilità intra-aziendale a prescindere dal consenso del dirigente:

a)  nel caso in cui la mobilità (affidamento di nuovo incarico) è disposta a seguito di processi di ristrutturazione delle aziende o enti.

b) la mobilità di urgenza, che può essere disposta solo per il tempo strettamente necessario al perdurare delle situazioni di emergenza, non può superare il limite massimo di un mese nell'anno solare ed è effettuata a rotazione tra tutti i dirigenti, qualsiasi sia l'incarico loro conferito (art. 16 del CCNL 10/2/2004).

28/05/2015

Il datore di lavoro è obbligato a trasferire l'interessato in reparto diverso dal pronto soccorso solo se il giudizio del medico competente, confermato dal Collegio Tecnico, lo esplicita in maniera chiara. Diversamente, se il giudizio del medico competente prevede solo l'esonero dai turni di lavoro notturno e di pronta disponibilità, nonchè dalla prestazione di servizio pomeridiano e sull'ambulanza, nulla impedisce che l'interessato presti servizio in pronto soccorso durante la fascia antimeridiana. Il trasferimento dell'interessato in reparto diverso dal pronto soccorso, in questo caso,  non è obbligatorio per il datore di lavoro ma solo "preferibile", vale a dire opportuno, peraltro sempre condizionato alla compatibilità con le esigenze aziendali. 

28/05/2015

In materia di permessi del dirigente medico assunto a tempo determinato, trova applicazione quanto previsto dall’art. 16, comma 5, del Ccnl 5 dicembre 1996 (così come modificato dall’accordo del 5 agosto 1997) il quale prevede il diritto ad assenze non retribuite fino ad un massimo di 10 giorni, salvo il caso di matrimonio, per il quale, è previsto il diritto ad assentarsi per 15 giorni consecutivi.

Ne deriva, pertanto, che a differenza del medico con rapporto a tempo indeterminato, il dirigente assunto con rapporto a termine non può usufruire delle assenze retribuite previste dalla normativa contrattuale (v. art. 23, co. 1, Ccnl 5 dicembre 1996), avendo solo diritto a beneficiarie di un quantitativo non superiore a 10 giorni di permessi non retribuiti utilizzabili per diversi fini, ivi inclusa la partecipazione a procedure selettive pubbliche.

28/05/2015

L'art. 72 comma 11, D.L. 112/2008 prevede che al raggiungimento dell'anziantità contribuita di 40 anni e dell'età anagrafica di 65 anni, il diriente medico, non titolare di struttura complessa, può essere collocato in quiescenza, "con decisione motivata con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta applicati e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi". Pertanto, per chi ha raggiunto i requisiti retributivi e anagrafici, il provvedimento di recesso deve riportare motivazione organizzativa a giustificazione del recesso.